L’Editoriale - Ragazzi giù i caschi, usate la voce! - Studentville

L’Editoriale - Ragazzi giù i caschi, usate la voce!

In questa stagione di manifestazioni sono troppi gli episodi di violenza gratuita che rischiano di oscurare i veri motivi delle proteste: tocca ai ragazzi che vogliono davvero esprimere un’idea non lasciarli trasportare dai facinorosi…
L’Editoriale - Ragazzi giù i caschi, usate la voce!

 

Guerriglia urbana. Non ci sono altre parole per descrivere quanto visto ieri a Roma. Ma bisogna staccare radicalmente gli episodi di violenza, purtroppo sempre più frequenti, dal reale significato dei cortei, delle manifestazioni, delle proteste che da mesi stanno animando l’Italia. Perché la becera idiozia di alcune frange di violenti rischia di oscurare i motivi delle rimostranze, giuste, lecite, rispettabili.

Gli studenti hanno diritto di manifestare contro le riforme universitarie, contro i tagli all’Istruzione, contro le proposte di un ministro che non ha mai riscosso simpatia. E’ in gioco il loro futuro, la loro educazione scolastica, le basi sulle quali costruire la propria vita. Eppure nelle trasmissioni televisive e sui giornali non si parla delle idee dei ragazzi, non si discute delle contro-proposte, dei problemi che vengono evidenziati da coloro che usano la protesta come il giusto mezzo per esprimere un’opinione. Tutto lo spazio, tutta l’attenzione viene data ovviamente alla stupida, ingiustificata, incomprensibile violenza di alcuni che usano la ‘manifestazione studentesca’ come pretesto, per secondi fini, per attaccare le autorità, per creare caos, scompiglio. Non voglio star qui a discutere di un’eventuale sostegno di alcuni politici, che per guadagnare terreno in vista di possibili elezioni sono disposti a tutto, anche a salire sui tetti. Ma non posso, non voglio credere che quei ragazzi armati di bastoni, con il casco in testa e il viso coperto, siano studenti come tutti gli altri, giovani abituati a passare sui banchi di scuola le loro giornate. Ci siamo indignati per la violenza dei tifosi serbi allo stadio di Genova in occasione di Italia-Serbia, ma quanto visto ieri non è meno grave, anzi. Chiamateli teppisti, criminali, incivili ma non studenti!

L’appello che voglio lanciare ai ragazzi italiani, agli studenti che vogliono soltanto avere la libertà di esprimere la loro opinione e il loro lecito dissenso ad eventuali riforme che li riguardano in prima persona, è di staccarsi con fermezza da questi facinorosi, di isolarli, di condannarli, di far capire all’Italia, ai telespettatori, ai lettori dei giornali, alla gente comune come ai politici, che si può manifestare in maniera decisa ma pacifica. Non c’è bisogno di indossare un casco per farsi sentire: basta alzare la voce…

Simone Gambino

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti